venerdì 2 ottobre 2009

Il Diavolo di Tasmania

Il diavolo di Tasmania, o diavolo orsino (Sarcophilus harrisii, Boitard, 1841), è un marsupiale appartenente alla famiglia dei Dasiuridi, che vive attualmente soltanto nell'isola di Tasmania, mentre in passato era presente anche nell'Australia sudorientale. Dopo l'estinzione del Thylacinus cynocephalus ("lupo marsupiale della Tasmania"), avvenuta nel 1936, è l'unica specie superstite del genere Sarcophilus.
Il diavolo di Tasmania si è estinto sul continente australiano ben 400 anni prima dell'arrivo dei colonizzatori europei (1788) e si ritirò in Tasmania. Qui, considerato pericoloso per il bestiame domestico, fu cacciato sino al 1941, quando fu ufficialmente dichiarato specie protetta.

giovedì 1 ottobre 2009

Il Dromedario Immigrato Australia

Il dromedario (Camelus dromedarius Linnaeus, 1758) è un artiodattilo della famiglia dei Camelidi, diffuso in Asia, Africa settentrionale e, per intervento umano, anche in Australia (nel Medioevo anche nella Sicilia musulmana e in al-Andalus).

Il dromedario, purché il terreno non sia troppo accidentato, è in grado di percorrere fino a 150 km in 15-20 ore, a una velocità che può oscillare fra gli 8 e i 20 km orari, sopportando un carico che può arrivare a 150-200 kg (A. Musil, a p. 145 dell'opera sottocitata, parla di eccezionali percorrenze di 160 miglia giornaliere, dunque tra i 250 e i 260 km).
La sua peculiarità più conosciuta è la sua capacità di resistere alla sete fino a circa 8 giorni, a causa della particolare struttura del suo organismo. Esso è infatti in grado di evitare la dispersione dell'ettolitro circa d’acqua – che riesce a bere in appena dieci minuti – grazie al peculiare addensamento del plasma sanguigno che riesce a dilatare i globuli rossi fino a 250 volte i suoi valori consueti.
Di esso si utilizza pressoché tutto: carne (di alta digeribilità), grasso (particolarmente apprezzato quello della gobba), latte (da 2 a 14 litri al giorno), pelle (assai elastica e morbida), pelo (lavorato per produrre pregiati tessuti) e finanche sterco (mescolato con paglia e disseccato al sole per essere impiegato come combustibile nelle fredde notti della steppa).

Insomma: del Dromedario non si butta via niente!

mercoledì 30 settembre 2009

L'Orso di Berlino

Simbolo della città, anche se la maggior parte degli studiosi concorda oggi nel rifiutare il vecchio e popolare teorema secondo il quale il nome Berlino risalirebbe all'orso, in tedesco Bär, animale presente nella zona all'epoca della fondazione di Berlino e stemma della città fin dal 1280. Deriva invece, con molta probabilità, dalla radice slava berl, ovvero "palude, isola di fiume"

martedì 29 settembre 2009

L'Alce

L'alce (Alces alces, Linnaeus 1758) è il più grande animale di tutta la famiglia dei Cervidi, e si distingue dagli altri membri della stessa famiglia per la forma dei palchi (che è comune, ma scientificamente scorretto, definire corna) dei maschi. Queste salgono come raggi cilindrici su ogni lato, proiettati ad angolo retto dalla linea mediana del cranio, e si dividono a forchetta dopo breve distanza. La punta inferiore della forchetta può essere semplice oppure divisa in due o tre protuberanze, talvolta appiattite.
La lunghezza delle zampe conferisce all'alce un aspetto decisamente goffo. Il muso è lungo e carnoso, e ha solo una piccola area glabra sotto le narici; i maschi posseggono una particolare sacca che pende dal collo, nota come "campana".
A causa del corto collo l'alce non è in grado di brucare, e il suo principale nutrimento consiste in germogli e foglie di salice e betulla, nonché di piante acquatiche (come Arnicus brucitus).
Benché generalmente timidi, i maschi divengono intraprendenti nella stagione dell'accoppiamento, quando le femmine lanciano forti richiami, spesso scambiati per muggiti bovini
Il passo tipico dell'alce è un trotto strascicato, ma se incitato l'alce può trasformarlo in un galoppo. La femmina dà alla luce uno o due piccoli alla volta, non pezzati.

venerdì 25 settembre 2009

Il Brutto Anatroccolo

Il brutto anatroccolo è una fiaba danese di Hans Christian Andersen, pubblicata per la prima volta l'11 novembre 1843 (titolo originale: Den grimme ælling).
In una nidiata di anatroccoli, uno è grigio, grande e goffo. Sebbene la madre cerchi di accettarlo, a tutti è evidente che il piccolo è fuori luogo; tanto che alla fine egli decide di fuggire. L'anatroccolo vaga senza meta, e non trova nessuno che lo voglia; al calare dell'inverno, rischia di morire congelato.
Alla fine dell'inverno, sopravvissuto miracolosamente, il piccolo giunge presso uno stagno dove nuotano un gruppo di splendidi cigni. Attratto dalla loro bellezza, si avvicina; e rimane sorpreso quando le splendide creature gli danno il benvenuto e lo accettano. Guardando il proprio riflesso nell'acqua, il protagonista si accorge finalmente di essere lui stesso un cigno.

giovedì 24 settembre 2009

I Pesci Tropicali

Le specie che non necessitano di forme e colorazioni (livrea) mimetiche presentano colori vivaci e particolari, atti anche a comunicare particolari condizioni. Questa caratteristica, conosciuta come aposematismo e comune ad altre classi animali, ha fatto sì che i pesci velenosi, con carni dal sapore sgradevole o dotati di particolari sistemi di difesa (spine, denti, aculei) siano vivacemente colorati, in modo da segnalare immediatamente ad eventuali predatori la loro pericolosità. Sono segnalati anche alcuni casi di specie innocue che imitano specie pericolose, o viceversa

mercoledì 23 settembre 2009